Bunraku
Il
bunraku (文 楽) è il tradizionale teatro dei burattini giapponese, con una storia di 500 anni ed un livello di complessità che lo rende probabilmente il teatro delle marionette più affascinante al mondo. È una delle quattro forme del teatro giapponese classico (le altre sono il
Noh, il
Kabuki e il
Kyogen).
Breve storia del bunraku
Se da una parte l'uso dei burattini in Giappone è molto antico, in contesti prevalentemente religiosi, fu dal periodo Heian (794-1185) in poi che la manipolazione di burattini cominciò a diventare anche una forma di intrattenimento. Risalgono al XII secolo alcune testimonianze di gruppi di monaci ciechi che cantavano di gesta eroiche accompagnando la narrazione con il suono di un antico strumento a corda chiamato
biwa. Nei secoli successivi verrà prima introdotto un nuovo strumento musicale a tre corde, lo
shamisen, e infine i burattini.
Nel periodo Tokugawa (1603-1868) il teatro delle marionette giapponese venne definitivamente riconosciuto ed era allora chiamato
Jōruri.
Gli spettacoli di marionette si diffusero ad Osaka, Kyoto ed Edo (l'antico nome di Tokyo). Osaka sarà comunque per diversi secoli il principale centro di innovazione della tecnica.
Il periodo tra la seconda metà del diciassettesimo e la prima metà del diciottesimo secolo fu il periodo d'oro del bunraku, durante il quale vennero scritte alcune tra le opere più famose di questa forma di teatro, grazie a
Chikamatsu Monzaemon (1653-1724), considerato il più grande autore di opere teatrali in Giappone, e ai suoi successori.
Seguì un periodo di crisi che portò alla chiusura di diversi teatri e ad una scarsa produzione di nuove opere degne di nota, mentre cresceva la popolarità del
kabuki.
Il bunraku prese il suo nome da
Uemura Bunrakuken, artista originario dell'isola di Awaji che nei primi anni dell'ottocento si spostò ad Osaka, dove cominciò a mettere in scena i propri spettacoli di marionette riscuotendo un buon successo e ravvivando il settore che non si era più ripreso dal forte declino. Uemurà morirà nel 1810, e nel 1872 il teatro da lui fondato verrà spostato a Matsushima e rinominato
Bunraku-za.
Nel corso del novecento vi fu una nuova fase di declino. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il bunraku cominciò a essere sovvenzionato dal governo per impedirne la scomparsa. Inoltre, agli artisti degli spettacoli di bunraku fu conferito il titolo di “Tesori culturali viventi”, prima riservato solo agli attori del teatro Nō e Kabuki.
Tutti gli attori
Il bunraku è espressione dell'unione di tre forme di comunicazione: i burattini, il testo e la musica. La riuscita dello spettacolo si basa su linee di comunicazione invisibili tra burattinaio e narratore, narratore e musicista, musicista e burattinaio.
Il bunraku è un'arte allo stesso tempo letteraria, musicale e visiva e raggiunge un livello di complessità che non si trova in nessun altro teatro di burattini nel mondo.
I burattinai
Vista la notevole dimensione dei burattini (alti fino a 130 cm), sarebbe molto complicato manovrarli per una sola persona. Per questo ogni burattino viene manovrato da tre persone, legati da una rigida gerarchia.
Il burattinaio al centro (
omozukai) svolge il ruolo più importante: sorregge il burattino e manovra la mano destra e la testa. Il secondo operatore in ordine di importanza (
hidarizukai) manovra la mano sinistra a distanza, tramite una stecca munita di perno. Il terzo operatore (
ashizukai) manovra le gambe.
Mentre l'omozukai si mostra chiaramente al pubblico e indossa un kimono tradizionale (
kamishimo) e sandali in legno, i due assistenti si nascondono al pubblico, indossando costumi neri, cappuccio e velo sul volto.
Il periodo di "apprendistato" di un burattinaio di bunraku è lungo ben 30 anni, dieci anni in ognuna di queste tre posizioni. Solo allora potrà essere qualificato come un burattinaio professionista. La magia del bunraku sta anche nel fatto che coloro che manovrano le marionette sono talmente abili che sembra quasi sia la marionetta a trascinarsi dietro i marionettisti sul palcoscenico durante lo spettacolo.
Il narratore
La storia è narrata e commentata da una sola persona, che da la voce anche a tutti i burattini. Il narratore deve quindi essere in grado di eseguire un repertorio di voci abbastanza ampio da rappresentare tutti i sessi e tutte le età.
Un narratore esperto svolge anche quindici ruoli in uno spettacolo. Ride, piange, sussurra e urla. Si dice che ci vogliono tre anni per imparare a ridere correttamente, e otto per imparare a piangere.
I musicisti
Il ritmo della narrazione è dettato dalla musica di accompagnamento dello shamisen, uno strumento musicale giapponese a tre corde della famiglia dei liuti.
Il suonatore di shamisen pizzica le corde dello strumento con un plettro d'avorio, scivolando con la mano sinistra lungo il collo dello strumento per variare il tono delle note.
Le note degli shamisen generalmente precedono o concludono l'azione dei burattini, forniscono un sottofondo musicale per le parole del narratore, accentuano e guidano i movimenti sul palco, aumentano o allentano la tensione. Quando c'è una pausa nella narrazione, lo shamisen fornisce un ponte musicale con la successiva ripresa dell'azione. Quando lo shamisen sta in silenzio, tutta l'attenzione si concentra sull'azione dei burattini.
I temi del bunraku
La maggior parte delle opere messe in scena furono scritte specificamente per il bunraku nel corso del 1700. A quell'epoca gli attori di teatro kabuki erano così famosi che potevano spesso permettersi di stravolgere le opere adattandole alle proprie preferenze, e questo mandava su tutte le furie molti drammaturghi anche famosi, che così talvolta preferirono scrivere per il teatro bunraku. Uno dei più famosi fu
Chikamatsu Monzaemon.
I temi trattati nel teatro bunraku, ricco di situazioni intensamente drammatiche ed emotive, sono sempre rivolti ad un pubblico di adulti.
Le due principali categorie di opere sono
sewamono (storie di vita quotidiana), e
jidaimono (narrazioni storiche). Le opere sewamono trattano argomenti come l'adulterio, il suicidio e l'omicidio. A volte, anche la notizia reale di un evento scandaloso poteva fornire l'ispirazione per la trama di una rappresentazione di bunraku. Le opere jidaimono raccontano storie spesso complicate e fantastiche, sia riferite ad antiche leggende che ad eventi contemporanei ambientati però nel passato per evitare la censura. Trattano argomenti come l'etica, la lealtà e il tradimento, il sacrificio.
Un esempio di opera di bunraku, "Gli amanti suicidi di Sonezaki"
Gli amanti suicidi di Sonezaki (
Sonezaki shinjū, 曾根崎心中) è l'opera più famosa e amata di Chikamatsu. Fu messa in scena per la prima volta nel 1703, basandosi su un fatto realmente accaduto, e divenne immediatamente un grande successo. Rimane anche oggi una delle opere più popolari di bunraku e data la sua popolarità è stata adattata negli anni a kabuki, film, e persino fumetti.
L'opera racconta gli ultimi giorni di un giovane mercante orfano, Tokubei. Lo zio tenta di convincerlo a sposare una certa donna e paga anche una dote, ma Tokubei si rifiuta di sposarla, perché era innamorato della prostituta Ohatsu. Dopo una serie di sfortunati eventi si ritrova a dover restituire i soldi della dote allo zio, e allo stesso tempo ad aver prestato quei soldi al malvagio Kuheiji, che era anche suo rivale in amore per la prostituta Ohatsu. Kuheiji non solo si rifiuta di restituire il denaro, ma accusa Tokubei di averlo derubato lui stesso. Ohatsu teme che Kuheiji userà quei soldi per liberarla dal suo contratto con il bordello dove lavora e quindi prenderla in moglie. Per quanto Tokubei ci provi, non riesce a trovare il modo di risollevare la sua reputazione. Ohatsu vede di fronte a se un futuro con Kuheiji e senza Tokubei. I due decidono quindi di morire insieme suicidandosi.
Dove assistere ad una rappresentazione di bunraku in Giappone
National Bunraku Center
Il National Bunraku Center si trova ad Osaka, nel quartiere di Namba.
Si tratta dell'unico teatro di tutto il Giappone dove è possibile assistere regolarmente, in diversi periodi dell'anno, con dei calendari ben precisi, a spettacoli di bunraku. Gli spettacoli vanno generalmente in scena nei mesi di gennaio, aprile, giugno, luglio, agosto e novembre.
Il teatro è ben organizzato per ospitare turisti stranieri, con un utile sito web in inglese per consultare il calendario degli eventi nei successivi mesi e anche acquistare i biglietti online.
Per la maggior parte degli spettacoli è anche disponibile un servizio di noleggio di cuffie per seguire lo spettacolo tradotto in inglese (maggiori informazioni qui).
Gli spettacoli durano solitamente 4 ore e 15 minuti e includono generalmente 2 o 3 opere. Un biglietto costa circa 2500-3000 ¥. Per i turisti che abbiano la sola curiosità di vedere magari una sola rappresentazione (della durata di circa un'ora) invece che un'intero spettacolo, presso le biglietterie del teatro è possibile comprare questo tipo di biglietti ridotti.
National Theatre Tokyo
Il National Theater di Tokyo, non lontano dal Palazzo dell'Imperatore nel quartiere centrale di Hayabusa, è un grande complesso teatrale che ospita tutto l'anno esibizioni di numerose arti tradizionali giapponesi, tra cui anche il bunraku.
Rispetto al National Bunraku Center di Osaka, la frequenza di spettacoli di bunraku è molto più bassa.
Anche per questo teatro potete utilizzare l'utile sito web in inglese per consultare il calendario degli eventi nei successivi mesi e anche acquistare i biglietti online.
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